Opzioni di ricerca
Home Media Facciamo chiarezza Studi e pubblicazioni Statistiche Politica monetaria L’euro Pagamenti e mercati Lavorare in BCE
Suggerimenti
Ordina per
Piero Cipollone
Member of the ECB's Executive Board
  • INTERVENTO

Il futuro della moneta: il punto di vista della banca centrale

Contributo di Piero Cipollone, Membro del Comitato esecutivo della BCE, in occasione della tavola rotonda organizzata da Aspen Institute Italia

Roma, 19 dicembre 2025

La moneta è il fulcro dell’attività delle banche centrali[1], che sin dalla loro istituzione hanno avuto il compito fondamentale di emettere moneta e tutelarne il valore. Il loro mandato non cambierà con l’evoluzione tecnologica; ciò che sta cambiando radicalmente è il panorama tecnologico in cui operano.

I pagamenti digitali sono ormai la norma e le nuove tecnologie stanno rivoluzionando i servizi finanziari. Le istituzioni finanziarie sono divenute soggetti tecnologici e le società tecnologiche sono entrate nei settori dei pagamenti e della finanza.

Le banche centrali non fanno eccezione. Se vogliono che la moneta rimanga stabile, affidabile e utilizzabile nel mondo digitale, devono contribuire alla creazione di questo mondo e modernizzare le modalità con cui emettono la propria moneta. Rischieranno altrimenti di non poter più fornire un’àncora di stabilità al sistema finanziario.

Vi sono buone ragioni per ritenere che, nell’ambito dell’area dell’euro, la banca centrale non debba limitarsi soltanto ad adeguarsi alla trasformazione della moneta, ma debba affrontarla assumendo un ruolo guida. In quanto unione monetaria condividiamo una valuta unica e un’unica politica monetaria. Affinché ciò funzioni, dobbiamo assicurare l’unicità della moneta in tutta l’area: un euro deve quindi valere sempre un euro, indipendentemente dalla sua forma e ovunque nell’area dell’euro.

L’Eurosistema, ossia la BCE e le banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro, ha svolto a tal fine un ruolo fondamentale. In soli 25 anni l’euro è diventato la moneta di 20 paesi (presto saranno 21) e la seconda valuta più importante al mondo. L’Eurosistema emette le banconote in euro, diventate il simbolo tangibile dell’unità economica europea. Abbiamo inoltre realizzato solide infrastrutture (T2 per i pagamenti di importo rilevante, T2S per i titoli, TIPS per i pagamenti istantanei ed ECMS per le garanzie) che consentono la circolazione di moneta e attività in modo sicuro ed efficiente all’interno dell’area dell’euro.

Occorre ora compiere i prossimi passi. Nel mio intervento odierno esaminerò le sfide con cui ci confrontiamo, il modo in cui la moneta pubblica e quella privata possono completarsi a vicenda nonché le implicazioni che ne derivano per i pagamenti al dettaglio, all’ingrosso e transfrontalieri. La nostra strategia si sviluppa lungo tre direttrici. In primo luogo, ci stiamo preparando all’eventuale emissione di un equivalente digitale del contante, un euro digitale. In secondo luogo, renderemo possibile il regolamento in moneta di banca centrale delle operazioni basate sulla tecnologia a registro distribuito, la DLT (distributed ledger technology), a partire dal prossimo anno. Stiamo infine lavorando all’interconnessione del nostro sistema di pagamento veloce con quelli di altri paesi al fine di migliorare i pagamenti transfrontalieri.

Tre problemi in cerca di soluzione

Vorrei iniziare dalla sfida che ci troviamo ad affrontare.

La moneta digitale di banca centrale è stata talvolta descritta come una soluzione in cerca di un problema. Tuttavia, viene sempre più frequentemente riconosciuto, anche da chi mette in discussione la soluzione, che ci troviamo dinanzi a un problema reale all’interno dell’area dell’euro. Parafrasando il titolo della famosa opera di Pirandello[2], ci troviamo di fronte a tre problemi in cerca di soluzione.

Innanzitutto, i pagamenti al dettaglio in Europa continuano a essere frammentati. L’Area unica dei pagamenti in euro (SEPA) ha integrato i bonifici e gli addebiti diretti, ma manca ancora una soluzione europea per i pagamenti di ogni giorno presso i punti vendita e per il commercio elettronico che funzioni in tutta l’area dell’euro[3]. Di conseguenza, ricorriamo ampiamente ad alcuni fornitori non europei di carte e wallet digitali. Tale dipendenza mette a rischio la nostra autonomia strategica.

In secondo luogo, sta cambiando la natura stessa della moneta e dei pagamenti. La tokenizzazione e la DLT promettono mercati dei capitali più efficienti[4]. Tuttavia, in assenza di una moneta tokenizzata di banca centrale, questi nuovi ecosistemi dipenderebbero da pool frammentati di attività di regolamento private, reintroducendo il rischio di credito e la segmentazione. Saremmo esposti in misura maggiore alla diffusione di attività di regolamento denominate in valuta estera o emesse altrove, a discapito della nostra sovranità monetaria. La moneta pubblica non rappresenterebbe più l’àncora di stabilità in cui poter convertire tutte le attività private.

In terzo luogo, i pagamenti transfrontalieri continuano a essere troppo lenti, onerosi e poco trasparenti. Un’alternativa proviene dalle stablecoin, le quali comportano però una serie di rischi per le valute e i sistemi finanziari nazionali[5]. E se dovessero diffondersi e continuare a dominare il mercato, le stablecoin basate sul dollaro statunitense potrebbero erodere il ruolo internazionale dell’euro.

In tale contesto, restare a guardare non è una scelta sicura. Se la moneta di banca centrale diventasse marginale nel mondo digitale, rischieremmo di avere un sistema di pagamento meno resiliente, un sistema finanziario meno stabile, una sovranità monetaria più debole e una minore autonomia strategica. Le istituzioni e le infrastrutture finanziarie europee si troverebbero in una situazione di svantaggio competitivo e il ruolo dell’euro potrebbe indebolirsi.

Sfruttare la complementarità tra la moneta pubblica e la moneta privata

Il nostro mandato non ci consente di ignorare questi rischi. I mutamenti alla base della moneta e dei pagamenti richiedono a sua volta l’evoluzione della banca centrale. Il nostro obiettivo non è limitare l’innovazione, bensì fornire una solida base pubblica su cui questa possa svilupparsi in modo sicuro e su larga scala.

  • Occorre pertanto rinnovare il partenariato pubblico-privato in tutti i segmenti del settore dei pagamenti (al dettaglio, all’ingrosso e transfrontaliero). La nostra strategia si fonda su tre pilastri: complementarità tra moneta pubblica e privata, approccio collaborativo con gli operatori di mercato e rigorosa neutralità tecnologica.
  • La moneta di banca centrale e la moneta privata non sono rivali, si integrano a vicenda. La moneta di banca centrale costituisce l’attività di regolamento per eccellenza, priva di rischio di credito e di liquidità, nonché riferimento in base al quale un euro è sempre pari a un euro indipendentemente da banche, strumenti e tecnologie. Grazie alla convertibilità della moneta privata in moneta di banca centrale i cittadini hanno la certezza che il valore di un euro resti lo stesso a prescindere dalla sua forma.
  • È a partire da questo solido fondamento che gli intermediari privati possono offrire servizi affidabili e innovativi. Le nostre infrastrutture e i nostri standard comuni possono essere utilizzati dal settore privato in tutta Europa. Si riduce in tal modo la frammentazione, si garantisce l’interoperabilità e si abbattono i costi in un’industria di rete in cui contano dimensioni e standard comuni.
  • Offriamo già moneta digitale di banca centrale unitamente alle relative infrastrutture per i pagamenti all’ingrosso. Con l’euro digitale lo stesso approccio si applicherebbe ai pagamenti al dettaglio, integrando il contante con il suo equivalente digitale e offrendo infrastrutture paneuropee che renderebbero possibile la maggiore diffusione e l’innovazione delle soluzioni europee private. Ma non possiamo restare fermi neppure rispetto ai pagamenti all’ingrosso; il mercato sta infatti valutando le opportunità offerte dai titoli tokenizzati, dalla negoziazione e dal regolamento basati sulla DLT e dall’automazione mediante smart contract[6]. Ai fini di una diffusione sicura di queste innovazioni in Europa la moneta di banca centrale presenta evidenti vantaggi in termini di sicurezza, scalabilità e gestione della liquidità rispetto alle attività di regolamento private caratterizzate dal vincolo delle riserve a loro garanzia e dal rischio di mercato. Il settore privato ha manifestato chiaramente che l’assenza di moneta di banca centrale come attività di regolamento rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo dell’ecosistema delle attività digitali.
  • Il nostro approccio è dichiaratamente collaborativo. Dialoghiamo con tutte le parti interessate. Testiamo le soluzioni interagendo con il mercato anziché progettarle in isolamento. Lo abbiamo fatto nell’ambito delle attività esplorative condotte lo scorso anno sulla DLT per il regolamento delle operazioni all’ingrosso in moneta di banca centrale, l’esercizio di maggiore portata sinora effettuato a livello mondiale[7]. Stiamo seguendo lo stesso approccio anche nei lavori preparatori per la possibile emissione dell’euro digitale. Abbiamo ad esempio analizzato il potenziale innovativo dell’euro digitale in collaborazione con gli operatori di mercato[8]. Avvieremo inoltre un progetto pilota che offrirà alle banche l’opportunità di acquisire esperienza diretta con la simulazione di un ecosistema per l’euro digitale[9].
  • Promuoviamo la trasformazione digitale mantenendo la nostra neutralità tecnologica. Siamo aperti alle nuove tecnologie, senza però favorire specifiche soluzioni. Il nostro impegno è rivolto alla definizione delle condizioni per un sistema sicuro e integrato, in grado di rispondere alle esigenze dell’era digitale e di sostenere l’innovazione.

Plasmare il futuro della moneta

  • Quindi, in pratica, cosa stiamo facendo per contribuire a plasmare il futuro della moneta?

L’euro digitale

  • Per il segmento al dettaglio stiamo lavorando alla possibile emissione di un euro digitale. Nell’ipotesi che i colegislatori europei adottino il regolamento relativo all’istituzione dell’euro digitale nel corso del prossimo anno, un esercizio pilota e le prime operazioni potrebbero essere condotti a partire dalla metà del 2027 e l’euro digitale potrebbe essere pronto per la prima emissione nel 2029.
  • L’euro digitale sarebbe una forma digitale di contante. Offrirebbe una soluzione pubblica avente corso legale, che può quindi essere utilizzata per i pagamenti digitali, ove siano accettati dai commercianti, in tutta l’area dell’euro sia nei negozi fisici che online.
  • L’euro digitale estenderebbe i vantaggi del contante fisico alla sfera digitale. In un momento in cui il ruolo del contante nei pagamenti quotidiani è in declino, l’euro digitale assicurerebbe che i consumatori dispongano sempre di una soluzione di pagamento digitale europea. Ciò accrescerebbe la loro libertà di scelta e l’autonomia strategica dell’Europa. L’euro digitale funzionerebbe sia online che offline, favorendo la resilienza e la privacy. Evitando un’eccessiva dipendenza da pochi operatori dominanti, ridurrebbe i costi per i commercianti e quindi i prezzi per i consumatori.
  • L’euro digitale è inoltre concepito per preservare il ruolo delle banche nel finanziamento dell’economia. Le banche distribuiranno l’euro digitale, manterranno la relazione con la clientela e ne gestiranno i conti o wallet anche in euro digitali. Saranno remunerate per questi servizi. Inoltre, abbiamo previsto delle salvaguardie per tutelare il ruolo delle banche nell’intermediazione creditizia e nella trasmissione monetaria[10]: l’euro digitale non produrrà interessi, i limiti di detenzione eviteranno prelievi destabilizzanti e il collegamento con un conto bancario consentirà ai consumatori di poter effettuare pagamenti senza problemi, anche se l’importo dovesse superare le disponibilità di euro digitali.
  • Per i fornitori di servizi di pagamento, comprese le banche, l’euro digitale rappresenta un’opportunità. Uno standard unico europeo, che poggia sul corso legale e su una rete di accettazione senza pari, agevolerà la diffusione delle carte, dei wallet e dei servizi a valore aggiunto offerti da fornitori europei. Il co-badging delle soluzioni esistenti con l’euro digitale[11] e l’adozione di standard comuni ridurranno i costi dell’ampliamento della rete di accettazione e faciliteranno la diffusione delle iniziative europee in tutta l’area dell’euro.

Moneta tokenizzata di banca centrale

  • Nei pagamenti all’ingrosso e nei mercati dei capitali intendiamo rendere disponibile la moneta tokenizzata di banca centrale per sostenere un mercato europeo integrato delle attività digitali.
  • La tokenizzazione può ridurre le attività di riconciliazione, abbreviare le catene di regolamento e consentire il regolamento atomico tramite consegna contro pagamento, nonché la negoziazione e il regolamento quasi continui[12]. Ma senza un’attività di regolamento comune e priva di rischio, la liquidità può frammentarsi, le attività potrebbero non essere negoziate nelle diverse piattaforme e il panorama potrebbe segmentarsi lungo i confini nazionali o tra operatori privati.
  • La tokenizzazione ci offre anche l’opportunità di progettare fin dall’inizio un mercato europeo integrato per le attività digitali, ossia un’unione dei mercati dei capitali digitali. Fornire moneta tokenizzata di banca centrale è essenziale affinché questo ecosistema di attività digitali cresca in Europa e non altrove. Così potremo assicurarci che sia basato su infrastrutture europee, sul regolamento in euro e sulle norme applicabili in tutta l’UE.
  • A tal fine, la BCE segue un approccio a doppio binario[13].
  • Il progetto Pontes collegherà le piattaforme DLT di mercato ai nostri servizi Target, di modo che le operazioni in attività tokenizzate possano essere regolate in moneta di banca centrale[14].
  • Il progetto Appia esaminerà due possibili approcci per un ecosistema integrato di attività digitali. In primo luogo, un registro condiviso europeo in cui la moneta di banca centrale, la moneta delle banche commerciali e altre attività convergono in un’unica piattaforma dove gli operatori del mercato forniscono servizi. In secondo luogo, una rete europea di piattaforme interoperabili che riduca le attuali frizioni sul mercato. Questi due approcci non sono necessariamente alternativi e potrebbero anche essere combinati[15].

Interconnessione dei sistemi di pagamento veloce

  • Per i pagamenti transfrontalieri il nostro obiettivo è quello dell’apertura al resto del mondo rispettando la sovranità monetaria dei partner commerciali.
  • Attualmente molte operazioni transfrontaliere passano ancora attraverso lunghe catene di banche corrispondenti e sono pertanto lente, costose e opache. In un possibile futuro, stablecoin globali basate sul dollaro e le loro piattaforme domineranno i pagamenti transfrontalieri, creando rischi di nuove dipendenze e di sostituzione valutaria.
  • Vogliamo un futuro diverso.
  • In Europa TIPS fornisce già il regolamento istantaneo in moneta di banca centrale e si sta espandendo con l’adesione di altre valute. Nel prossimo futuro TIPS potrebbe diventare un polo globale per i pagamenti transfrontalieri istantanei. Collegando TIPS con i sistemi di pagamento veloce di altri paesi, a partire dall’India e da altri partner in tutto il mondo, possiamo ridurre il numero di intermediari, accorciare le catene delle transazioni e ridurre i costi.
  • Anche l’euro digitale è concepito tenendo conto di un possibile uso internazionale, in modo da rispettare la sovranità degli altri paesi ed evitare un’indesiderata sostituzione valutaria. Potrebbe evolvere in un punto di collegamento, offrendo un’altra opzione sicura per i pagamenti transfrontalieri. Inoltre, come TIPS, la configurazione dell’euro digitale prevede funzionalità multivalutarie che consentirebbero ai paesi non appartenenti all’area dell’euro di utilizzare l’infrastruttura dell’euro digitale per offrire le rispettive valute digitali e agevolare le operazioni tra di esse.

Conclusioni

  • La rivoluzione tecnologica sta trasformando la moneta e la finanza. Per l’Europa si tratta sia di un rischio che di un’opportunità. Se ci limiteremo a fare affidamento su soluzioni private non europee, importeremo tecnologie, standard e dipendenze, e rischiamo frammentazione e instabilità. Se agiremo insieme, potremo costruire un sistema finanziario digitale innovativo, integrato e resiliente che abbia al centro l’euro, pur rimanendo aperto e rispettoso della sovranità dei nostri partner.
  • La nostra strategia è chiara. La moneta di banca centrale deve rimanere disponibile e utilizzabile, anche in forma digitale, come àncora della fiducia. Il settore pubblico e quello privato devono lavorare insieme. L’Eurosistema offre il regolamento in moneta di banca centrale e standard comuni, fornendo agli intermediari privati una base solida per competere e innovare. E i mercati, non la banca centrale, decideranno quali tecnologie e modelli di business avranno successo, in un assetto che preservi la sicurezza e l’integrazione della moneta e dei sistemi di pagamento.
  • Per il segmento al dettaglio l’euro digitale affiancherà il contante e sosterrà un autentico mercato europeo per i pagamenti digitali di ogni giorno.
  • Per i mercati all’ingrosso la moneta tokenizzata di banca centrale consentirà, grazie ai progetti Pontes e Appia, il regolamento sicuro in moneta di banca centrale delle operazioni in attività digitali.
  • Per il segmento transfrontaliero interconnettere sistemi di pagamento veloce ed esplorare il regolamento tokenizzato renderanno i pagamenti meno costosi, più rapidi e più trasparenti, preservando nel contempo la nostra sovranità monetaria.
  • La scelta che si profila è semplice: stare a guardare come il futuro della moneta viene plasmato altrove oppure contribuire attivamente alla sua costruzione. Se agiamo adesso, insieme al settore privato, l’Europa può essere in prima linea nella trasformazione della moneta, sostenere la propria competitività e resilienza e apportare benefici tangibili ai cittadini e alle imprese.
  1. Il presente contributo è una versione ridotta di Cipollone, P. (2025), “The transformation of money: technological disruption and the future of financial services”, intervento presso la Frankfurt School of Finance & Management, 8 dicembre.

  2. Pirandello, L. (1921), Sei personaggi in cerca d’autore.

  3. Cipollone, P. (2024), “Innovation, integration and independence: taking the Single Euro Payments Area to the next level”, intervento alla conferenza della BCE dal titolo “An innovative and integrated European retail payments market”, Francoforte, 24 aprile.

  4. La tecnologia a registro decentrato consente di condividere e mantenere sincronizzate informazioni all’interno di una rete. La tokenizzazione è il processo di conversione o emissione di attività come token programmabili. Mediante la tokenizzazione i token programmabili possono contenere simultaneamente due insiemi di informazioni: i dati relativi all’attività sottostante (natura, emittente, detentore ecc.) e le regole che ne disciplinano l’utilizzo (chi può detenerlo, modalità di trasferimento della proprietà, nonché regole più complesse integrate in smart contract).

  5. Cfr. Cipollone, P. (2025), “Stablecoins and monetary sovereignty”, presentazione all’Euro50 Group Meeting, 18 ottobre.

  6. Cipollone, P. (2025), “Tokenisation and the future of finance: the role of central bank money”, presentazione alla Central Bank of Ireland’s Financial System Conference 2025, 25 novembre.

  7. BCE (2025), Bridging innovation and stability: the Eurosystem’s exploratory work on new technologies for wholesale central bank money settlement, giugno.

  8. Cfr. BCE (2025), Digital euro innovation platform – Outcome report: pioneers and visionaries workstreams, settembre, e Cipollone, P. (2025), “Costruire il futuro dei pagamenti e della moneta: il ruolo della ricerca e dell’innovazione”, intervento di apertura alla conferenza “The future of payments: CBDC, digital assets and digital capital markets” organizzata dall’Università Bocconi, dal Centre for Economic Policy Research e dalla Banca centrale europea, 26 settembre.

  9. BCE (2025), “Eurosystem to invite payment service providers to participate in digital euro pilot”, MIP News, 28 novembre.

  10. Cfr. BCE (2025), Technical data on the financial stability impact of the digital euro, ottobre.

  11. Il co-badging di circuiti privati nazionali con l’euro digitale implicherebbe che il circuito nazionale sia il marchio preferito, ove accettato, mentre l’euro digitale sia la soluzione alternativa, ove il circuito nazionale non sia accettato. Cfr. BCE (2025), Fit of the digital euro in the payment ecosystem – Report on the dedicated Euro Retail Payments Board (ERPB) technical workstream, ottobre.

  12. Vlassopoulos, T. (2025), “Making wholesale central bank money fit for the digital age - Delivering innovation, integration and independence to Europe’s wholesale financial markets”, intervento presso la House of the Euro, 7 novembre.

  13. BCE (2025), “ECB commits to distributed ledger technology settlement plans with dual-track strategy”, comunicato stampa, 1o luglio.

  14. Cfr. la pagina del sito Internet della BCE sul progetto Pontes.

  15. Cfr. la pagina del sito Internet della BCE sul progetto Appia.

CONTATTI

Banca centrale europea

Direzione Generale Comunicazione

La riproduzione è consentita purché venga citata la fonte.

Contatti per i media